A.B. Fotografia


  • Chi è “A.B. Fotografia”?
    E’ un appassionato di fotografia, classe 1979, che vive in Lombardia.Dopo gli studi ha intrapreso la sua carriera nel settore informatico, ma non esclude che la fotografia possa diventare un giorno anche la sua professione.
  • Hai frequentato qualche scuola di fotografia?
    No, nessun corso. Sono un autodidatta. Quello che ho imparato è nato leggendo testi e riviste del settore, osservando i lavori di grandi fotografi e grazie a un continuo esercizio sul campo.
  • Quando hai iniziato a fotografare ?
    Molto presto: all’età di dodici anni. Fin da piccolo sono sempre stato attratto dal “mondo” della fotografia, nel suo insieme. Ogni soggetto era valido; ciò che contava era fotografare. Con il tempo, però, mi sono orientato verso soggetti paesaggistici, naturalistici e architettonici.
  • Che attrezzatura usi?
    Ricevetti la mia prima reflex in regalo nel ‘91: una Praktica B 200 con obiettivo 50mm f/1.8. Successivamente acquistai una Yashica 108 con un paio di ottiche, quindi nel 2000, il passaggio al digitale. Considerato che i costi delle attrezzature digitali erano all’epoca molto elevati, la mia scelta ricadde su una Canon PowerShot S10, compatta da 2 Megapixel. Pur apprezzando le innovazioni offerte dal digitale, risentivo molto la mancanza del sistema reflex e della ridotta risoluzione della fotocamera. Con il passaggio alla reflex digitale Canon EOS 300D, le cose cambiarono. Il ritorno ad una SLR con una risoluzione più che accettabile (6 Mpix) mi permise di effettuare scatti più tecnici e ragionati, dimenticando le limitazioni della compatta Attualmente la mia attrezzatura si compone di una Canon EOS 40D, due obiettivi Canon (un EF 17-40mm f/4 USM e un EF-S 18-55mm f/3.5-5.6), un treppiede e alcuni filtri.
  • Mi piace molto dicci qualcosa di più?
    Era una calda giornata di fine ottobre 2006, mentre risalivo il sentiero che dall’Alpe Devero porta in Val Buscagna. La livrea autunnale dei larici tingeva il paesaggio di un caratteristico color ambra. Giunto in prossimità di un grosso masso, rimasi attratto dalla vista che mi si presentava di fronte: i colori scaldavano il paesaggio, le nuvole donavano un tocco di personalità al cielo e le striature oblique del masso si contrapponevano allo slancio verticale delle conifere. Giusto il tempo per riflettere sulla composizione, un solo scatto, a mano libera… e ripresi il cammino.
  • Quando hai capito che la fotografia faceva per te?
    Quando ho cominciato a intravedere nei miei scatti non solo immagini, ma anche sensazioni.
  • Un posto da consigliare per qualche foto di paesaggio?
    Ce ne sono moltissimi, basta saper osservare. Senza andare lontano, l’Italia sa offrire luoghi di straordinaria bellezza e di varietà infinite. Io sono particolarmente legato ai paesaggi montani dell’Alpe Devero e ai bellissimi parchi delle ville del Lario e del Verbano.
  • Cavalletto indispensabile?
    Non indispensabile ma estremamente utile. Permette di riflettere con più calma su inquadratura e composizione e consente di lavorare con qualsiasi tempo di scatto, evitando il mosso. Diventa inoltre necessario per le multi esposizioni e le panoramiche.
  • Uno scatto al quale sei particolarmente legato?
    Parco di Villa Carlotta a Tremezzo, sul lago di Como – Maggio 2007. L’atmosfera fiabesca creatasi dalla fioritura primaverile di azalee e rododendri, ulteriormente amplificata dal filtro soft focus (di produzione artigianale), riesce ogni volta a rievocarmi quel momento.
  • Nei prossimi giorni la seconda parte dell’intervista…..

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