Walter Lo Cascio (terza parte)


  • Cosa vorresti fotografare?
    Il mio sogno è poter un giorno, fotografare qualche paese povero dell’ Africa centrale. Speriamo che un giorno, si avveri…..
  • Un episodio da raccontare legato alla tua esperienza?
    Episodi ne potrei citare parecchi come quelli che mi sono capitati in Messico o in Tunisia, ma quello più vivo nella mia memoria si è svolto poco distante, a Catania. Camminando per le vie del centro storico sono stato attratto da un barbone vestito in modo decisamente inusuale e che riusciva a dormire, o almeno così mi sembrava, su un muretto in pieno giorno, quando intorno a lui c’era il caos più totale. Mi sono avvicinato per fare qualche scatto a questo personaggio e al contesto che lo circondava. Inizialmente sono riuscito a scattare delle foto ad una distanza di circa 10 metri dal soggetto, ma non contento mi sono ulteriormente avvicinato per riprendere il personaggio più da vicino, ma questi, accortosi della mia presenza si è alzato borbottando parole che non sono riuscito a comprendere. Io, incurante del personaggio che mi trovavo di fronte, ho continuato a scattare fino a quando questi non si è avvicinato a me e ha tirato fuori dal suo sudicio cappotto un forbicione solitamente adoperato per il giardinaggio e me l’ha puntato al collo. Solo a questo punto mi sono reso conto che il “simpatico” barbone non gradiva la mia presenza né apprezzava il fatto che gli scattassi delle foto, per cui dopo aver cercato di tranquillizzarlo mi sono velocemente dileguato temendo per la mia incolumità. Questo episodio tuttavia non mi è servito da insegnamento, infatti, se mi capita di scattare qualche foto in situazioni di pericolo, mi piace rischiare pur di portare a casa qualche scatto originale ed unico.
  • Sul tuo sito ci sono molti primi piani, come scegli e ti avvicini al soggetto?
    Quello dei ritratti è il settore della fotografia, dove riesco ad esprimermi meglio. Soprattutto sul ritratto agli anziani trovo la mia massima ispirazione. Gli anziani, con il loro sguardo, con le loro rughe scavate dal tempo, riescono sempre a catturare la mia attenzione, riescono sempre ad emozionarmi. Di solito, i migliori ritratti, li realizzo per le strade dei paesini siciliani. Nulla è programmato! Camminando con la macchina al collo, e guardandomi intorno, appena vedo un soggetto fotograficamente interessante, non lo mollo, finchè non ho raggiunto il mio scopo….: scattargli qualche foto. Con gli anni, ho affinato la tecnica dell’”Abbordaggio senile”. Vi spiego in cosa consiste. Mi avvicino al soggetto, con fare disinvolto e costernato. Di solito, faccio finta che mi sono perso e chiedo informazioni su come raggiungere ad esempio una determinata chiesa. Si vede subito se la persona è disponibile al dialogo. Appena inizia a parlare per indirizzarmi la strada, io, faccio finta di ascoltare, e nel frattempo mi regolo la macchina fotografica in base alle condizioni di luce (una volta mi è capitato pure, che gli ho avvicinato l’esposimetro in viso, mi avrà preso per pazzo!). Dopo che mi ha indicato la strada, inizio a fare i complimenti, sul suo bel paesino, ed é qui che il soggetto, di solito, si scioglie, e mi comincia a narrare vicende storiche di quel paese. Dopo pochi minuti, quando ho già la macchina settata, e pronta per lo scatto, gli butto la prima “pietra” dicendogli: “ma lo sa che lei ha un viso veramente interessante? Quasi quasi, col suo permesso le scatterei una bella fotografia”! E qui, mi gioco tutto! Di solito, non accettano subito, e si lasciano un tantino pregare. Ma al secondo invito accettano, e alcuni soggetti addirittura, mi chiedono come possono mettersi per venir meglio in foto. Alla fine del “servizio”, mi chiedono se possono avere la fotografia. Molto spesso, quando me lo chiedono, mi faccio dare il loro indirizzo, e dopo alcune settimane gli spedisco la foto a casa. Ecco spiegata la tecnica dell’ ”abbordaggio senile”.
  • www.photolook.it ovvero?
    Per adesso è un sito fuori servizio. Mesi fa, è stato attaccato da un virus. Adesso, mi trovo nelle condizioni di doverlo ricostruire da cima a fondo. Appena ho qualche giorno libero, mi dedico nuovamente a photolook. Era diventata una bella comunità di circa mille iscritti. La caratteristica di questo sito, era quella che non c’erano etichette particolari. Gli utenti pubblicavano le proprie foto e nei commenti…. se ne leggevano di tutti i colori. Alcuni se la prendevano, altri ci ridevano su… era un modo come un altro per giocare con la fotografia. Photolookiani…. Ritorneremo!!!
  • Quando rivedi le tue vecchie fotografie,cosa pensi?
    Molto volte mi capita, di rivedere delle mie vecchie foto. In alcuni casi, riprovo le stese emozioni che ho avuto nel momento dello scatto e questa per me, è una foto ben riuscita. Altre volte, mi lasciano totalmente indifferente e mi chiedo: “Ma perché ho scattato sta foto? Che volevo rappresentare”? Mi viene voglia di cancellarla, ma poi, la lascio tranquilla nella sua cartella…. Del resto, anche quella è la mia storia! Queste foto mi servono per capire i miei progressi…sempre che ce ne siano!
  • Ci fai vedere il tuo primo e ultimo scatto?
    Il mio primo scatto risale al 1980, quando avevo appena 6 anni. Era il periodo in cui della macchina fotografica, poco mi interessavo. Ho davanti a me questa foto in questo momento ma non ritengo che sia il caso di pubblicarla, troppo personale! Ve la posso descrivere però: Foto scattata ai miei genitori a Gubbio, davanti il Il palazzo dei Consoli. Piedi dei soggetti ritratti rigorosamente tagliati, una pesante sfocatura caratterizza l’intero fotogramma, inclinazione di circa 30 gradi. Colori smorti, soggetti non riconoscibili. Invece, l’ultimo scatto è questo, in questa foto, rispetto a quella del 1980, mi ci sono impegnato un tantino di più.
  • Grazie a Walter per la disponibilità, vi ricordo il suo sito www.walterlocascio.it