Fotografo Francesco Renzi (seconda parte)


Seconda parte…

  • Attrezzatura fotografica usata (fotocamere, accessori, software,etc…)?
    Forse influenzato dalla mitica AE1 di mio padre sono sempre rimasto fedele al marchio Canon. Attualmente utilizzo una Eos 1D MKIII che uso prevalentemente abbinata al fido 500 f4 IS. Uno zoom grandangolo (17/40) e una macro 180 completano la mia dotazione strumentale. Flash, duplicatori, anelli di riduzione qualche filtro non mancano mai nel mio zaino. Naturalmente utilizzo il più possibile i cavalletti (uno più pesante per le focali lunghe ed uno più leggero e maneggevole per le macro; per le lunghe gite in montagna utilizzo il monopiede su cui sempre montata la macchina con il 500 per cogliere ogni occasione. DPP (il programma di conversione RAW di Canon) e Photoshop sono gli strumenti della mia “camera oscura”.
  • Una fotografia al quale sei particolarmente legato?
    Ogni foto per me è importante; nei miei dischi rigidi sono memorizzate di verde decine di migliaia di foto e per ognuna di esse ricordo perfettamente il momento dello scatto. Forse quella che mi ha emozionato di più è la serie fatta durante una arena di Galli Forcello: uno spettacolo della natura incredibile. E’ stato veramente emozionante vedere decine di uccelli combattere al sorgere del sole.

  • E questa qui cosa fà?
    Questa è una foto strana, purtroppo avevo con me solo il 300 mm e la foto è troppo chiusa. In questa situazione una femmina di stambecco “cammina” sulla parete praticamente verticale di una diga di un bacino artificiale probabilmente per leccare i sali che si depositano sulla sua superficie. E’ incredibile l’agilità e l’equilibrio di questi animali che in questa situazione sono in grado di girarsi di 180 gradi in tutta scioltezza.
  • Un episodio da raccontare legato alla tua esperienza?
    Di episodi particolari ce ne sono diversi. Uno per tutti dimostra come la fotografia naturalistica non sia affatto scontata: questo autunno volevo riprendere bene i bramiti ed i combattimenti dei cervi in amore. Questi comportamenti accadono prevalentemente di notte ed alle primissime ore del giorno quindi mi sono recato da solo in montagna a 2500 metri d’altitudine. Ho trascorso tre notti in un bivacco di fortuna fatta da una baita semi-diroccata, quindi una presenza già accettata e famigliare agli animali, a diversi gradi sotto zero nei pressi di un prato dove so che i cervi si raggruppano. finché era buio succedeva di tutto ma non appena la luce era sufficiente per fotografare tutto finiva ed i cervi maschi si spostavano. Morale tre notti insonni, tanto freddo e neppure una foto: la fotografia naturalistica è anche questo.
  • Fotografia naturalistica uguale a pazienza e ancora pazienza?
    Se fatta ad livelli medio – alti si. Purtroppo spesso il risultato di certe faticate non appare nelle foto ma spesso dietro una foto ci sono ore ed ore di preparazione ed attesa.
  • Quando rivedi le tue vecchie fotografie,cosa pensi?
    Difficilmente le trovo belle. Un po’ la mia tecnica va migliorando, un po’ le mie aspettative diventano più esigenti, ma spesso mi trovo a buttare foto che ritenevo ben fatte.
  • Il lavoro toglie passione?
    Il lavoro toglie tempo, non passione. Questo genere di fotografia richiede una dose infinita di tempo che il lavoro non permette, per questo mi definisco un fotografo della domenica.
  • Ci fai vedere il tuo primo e ultimo scatto?
    Il mio primo scatto non lo ricordo, posso però mostrare lo stesso soggetto ripreso tre anni fa ed oggi: al di la della qualità della foto è un modo molto differente di interpretare la fotografia naturalistica: da foto statica tipo uccello imbalsamato, a foto d’azione con un tentativo di ricerca di fare qualche cosa di diverso (la strada è appena imboccata ed ancora lunga!)

  • Indirizzo web: www.francescorenzi.com

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