Fotografo Cius


Foto intervista a Cius

  • Chi è Morgan Bencivenga? Classe?
    Morgan è un ragazzo di 27 anni che se ne sente la metà e ne vorrebbe avere il doppio per avvicinarsi alla pensione (e poter così dedicare più tempo di quanto non riesca ora alla fotografia!). Ho un bimbo di 3 anni che mi aiuta a mantenere un po’ di spensieratezza in questa frenesia che regna e una grande passione per la natura; fin da piccolo ero rapito da essa, dalle piccole cose, quelle più semplici e appena ho scoperto questo fantastico mezzo che è la fotografia ho avuto finalmente l’opportunità di mostrare agli altri ciò che mi affascinava così tanto.
  • 2. Come mai Cius?
    Cius deriva da ciuschia, una parola inesistente sul vocabolario, coniata per descrivere una piccola cosa insignificante; l’averla presa come nick è in linea con la mia indole di prendermi poco sul serio…
  • 3. Hai fatto qualche scuola e/o studio ?
    Sono diplomato in ragioneria e mai feci scelta peggiore! Avrei dovuto seguire il mio istinto e iscrivermi all’alberghiero.
  • 4. Quando hai iniziato a fotografare?
    Circa due anni fa dopo aver notato che osservare la natura era splendido, ma fotografarla lo era ancora di più. Feci un po’ di esperienza con una compattina Olympus (che è già in mano a mio figlio) e dopo poco presi una Nikon D50 che tutt’ora mi accompagna fedelmente. Non ho molto tempo da dedicare alla fotografia, ma anche senza l’occhio nel mirino si può scattare! Guardare fotograficamente tiene l’occhio vigile e in allenamento.
  • 5. C’è un “segreto” per le tue fotografie?
    Non direi; credo piuttosto che ognuno abbia il proprio segreto, la propria sensibilità, il proprio occhio e il proprio IO che piano piano mette in mostra tramite le sue immagini; questo chiaramente dipende anche da come si vive la fotografia: ad alcuni prende anima e corpo e ad altri li sfiora e accompagna i loro ricordi, due fruizioni diverse di questo mezzo.
  • 6. Attrezzatura fotografica usata (fotocamere, accessori, software)?
    Scatto con una Nikon D50 e con due soli obbiettivi, un Nikkor 18/70 e un Sigma 70/300; è in arrivo un 50mm così da poter sperimentare ulteriormente con aperture più estreme di diaframma. Uso spesso un polarizzatore circolare e un digradante (ND8) per i paesaggi, tenuto a mano davanti all’obbiettivo per evitare di bruciare le bianche nuvole. Un corredo decente me lo costruirò strada facendo; non ho fretta e soprattutto non sono Zio Paperone! Per la postproduzione uso Paint Shop Pro 7, un programma molto datato ma completo e veloce; non gestisce i RAW ma non mi limita in quanto scatto in JPG.Tanti avranno da ridire su questa mia scelta e magari prima o poi cambierò idea; per ora non ne ho intenzione.
  • 7. Mi piace molto dicci qualcosa di più?
    E’ una foto che ho scattato a giugno 2007 in un luogo a cui sono molto legato che è Castelluccio di Norcia. Ero in macchina e mi godevo il panorama che già conoscevo bene (visto che ci vado ogni anno da quando ero piccolo): mi è balzato all’occhio quel gruppo di rami secchi sul ciglio della strada e non ho potuto fare a meno di fermarmi e osservare da quel punto quel canalone che solca la vallata. Sono salito sul guard-rail per riuscire a inquadrare con l’obbiettivo a 18mm il paesaggio, partendo dai rami fino ad arrivare al cielo (che volevo assolutamente includere); ho messo a f/11 (in priorità di diaframmi) visto che la luce non mi permetteva un ulteriore stop di chiusura senza cavalletto (ero sul guard-rail e il cavalletto era impossibile da piazzare) e ho fatto tre scatti con inquadrature leggermente diversi dopo aver bloccato l’esposizione spot sull’erbetta. È uscita questa immagine profonda, grazie alla quinta naturale che guida l’occhio verso il canalone e poi su fino al cielo. In postproduzione ho solo aumentato il contrasto (che tengo basso in camera, visto che ad aumentare si fa sempre in tempo).
  • 8. Visto che sei un “commentatore” scegli una foto a scelta di Joe Cornish da qui e commentacela?
    Scelgo questa di Mont St.Michel perché, pur essendo un luogo fotograficamente molto inflazionato, è comunque molto ricca di atmosfera; Cornish ha aspettato il giorno e le condizioni atmosferiche più adatte a ritrarre quel luogo come lui voleva; col sole di mezzogiorno e tutti i turisti in giro non avrebbe fatto lo stesso effetto. Pur facendo parte dell’etimologia della parola fotografia, spesso ci si dimentica che l’essenza dell’immagine è proprio la luce; di solito è proprio lei a fare la differenza tra una foto mediocre e un capolavoro.
  • 9. Uno scatto al quale sei particolarmente legato?
    l’ho scattata a castelluccio in autunno e me la guardo spesso proprio per sentirmi vicino alla natura come lo ero in quel momento. Questa foto mi ha fatto capire quanto poco occorra per ottenere una buona immagine; qualcuno scrisse una cosa a mio avviso verissima, ovvero che c’è sempre una foto meritevole di essere scattata nel posto in cui ci troviamo, sta solo a noi trovarla.
  • 10. Ti definiresti fotografo di paesaggio?
    Non direi, o almeno non più. Certamente ho avuto un periodo in cui i paesaggi attraevano il mio occhio più di altri aspetti della natura; ora fanno sempre parte di tutte quelle forme che mi affascinano della realtà, ma preferisco visioni più minimali…sono diventato un grande sostenitore della frase “less is more”!
  • 11. Nevicava!! Allora si deve andare in giro anche con il brutto tempo a fotografare?
    Assolutamente si! Ci sono condizioni atmosferiche che regalano momenti di luce imperdibile come il sole che filtra mentre piove o come in questo caso un bianco scenario a fare da contorno a ciò che ci colpisce; poi che noia se tutti fotografassimo solo al tramonto o all’alba.
  • 12. Consigli per chi inizia ?
    Non avere fretta, conoscere la luce, leggere, osservare le foto dei grandi, guardare fotograficamente e (come già scritto dal grande Juza) iscriversi a un forum di fotografia; è un luogo ricco di risorse in cui poter sciogliere molti dubbi, potersi confrontare, mantenersi aggiornati e prendere atto delle proprie qualità.
  • 13. Quando rivedi i tuoi vecchi scatti,cosa pensi?
    Mi balza in mente uno degli aspetti più magici della fotografia, ovvero il costante mutare della propria visione; questo è uno stimolo costante che spero non si spegnerà mai.
  • 14. Il lavoro toglie la passione alle foto?
    Intendi se uno fa il fotografo di mestiere? Credo che non tolga la passione; lo si può sempre considerare un lavoro come un altro e una volta finiti gli scatti di rito agli sposi ci si può sempre mettere la tuta e addentrarsi in un bosco! Inoltre si può (quasi) sempre mettere del proprio anche negli scatti commissionati.
  • 15. Ci fai vedere il tuo primo scatto?
    Era senza dubbio un tramonto…e sicuramente aveva anche la data e l’ora impressa in basso a destra!
  • Un’altra intervista da leggere tutta d’un fiato, grazie per le belle parole usate anche al di fuori dell’intervista….. che commentatore eh !








    4 thoughts on “Fotografo Cius

    1. Sono una pittrice e amo e la fotografia, vince sulla categoria del tempo ,più di ogni altra forma di arte visiva !!con la fotografia viviamo “la presenza dell’assenza” e morgan , dipinge emozioni senza tempo.
      Lia

    2. grazie di cuore lia…queste parole ripagano di qualunque sacrificio o incertezza…
      e grazie cristiano per sottoscriverle….

    3. Complimenti Signor Cius! ;-)
      Vedere le sue foto e leggere le sue parole danno un grande senso di “trasparenza” della persona che è…
      Sono felice, davvero felice, per questa bella intervista! :-)

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