Fotografo Belgarath


Un altra intervista a …

  • 1. Chi è belgarath ? Classe?
    Mi piace vedermi come un viandante, un viaggiatore. Vivo e mi muovo nel nord-est, particolarmente fra Gorizia, Trieste e la Slovenia. Classe 1965 anagrafica, ma Peter Pan è sempre in bella vista nella mia libreria.. e l’Isola che non c’è è sempre là fuori.
  • 2. Hai fatto qualche corso di fotografia ?
    No. Ho frequentato ambienti collegabili ad essa, ma nulla di più.
  • 3. Quando hai iniziato a fotografare ?
    Da bambino, come tutti i bambini a cui viene regalata una macchina fotografica. E poi occasionalmente, da turista. Una decina di anni fa, con la prima reflex, ho iniziato a fare qualche scatto non di semplice documentazione, per il mio piacere personale. La vera svolta, sia come mezzo (il digitale) che come vero e proprio hobby, è però recentissima: una decina di mesi o giù di lì.
  • 4. Qual’è il genere fotografico che ti piace di più?
    Sono attratto da tutto ciò che è espressione della natura, ma le emozioni più forti me le danno le immagini street. Quando scatto cerco di mediare queste due anime: parto da scenari prevalentemente naturali, ma cerco di inserirci qualcosa di più: un’interpretazione, una chiave di lettura, un riferimento a qualcosa d’altro. Della street pura per ora mi limito a fare lo spettatore, ho mosso solo qualche passo in un genere che a mio avviso richiede molto impegno, sensibilità ed esperienza. Mi piacciono molto anche i reportage tematici, ovvero il raccontare una storia (o delle sensazioni) attraverso più scatti da presentare in sequenza.
  • 5. Attrezzatura fotografica usata (fotocamere, accessori, software)?
    La risposta è quantomai semplice: uso solo una Panasonic TZ3. E’ una scelta precisa il non voler usare macchine reflex ed altra attrezzatura, mi consente di concentrarmi totalmente sul progetto e sulla costruzione dell’immagine; la versatilità della camera mi lascia comunque buoni spazi di manovra, anche se significa tagliarsi fuori da alcuni tipi di scatto. Importante è l’uso di Photoshop, che mi permette di ottimizzare il risultato e di compensare qualche carenza della camera. Ma, ci tengo a dirlo, la sostanza deve provenire dall’immagine: gli artwork o le foto pesantemente elaborate in post produzione non mi interessano, se non da spettatore.
  • 6. Mi piace molto questa tua foto, dicci qualcosa di più?
    Il tutto nasce da una giornata estiva molto atipica: al mattino aveva piovuto a dirotto e la temperatura era scesa (in agosto) ad una decina di gradi. Nelle prime ore del pomeriggio il sole era tornato a splendere e quel lungomare, che in quel periodo è praticamente un enorme stabilimento balneare, si era popolato di frequentatori eterogenei ed inconsueti. Questo, unitamente a una luce particolare, mi ha consentito di fare degli scatti interessanti; quello in particolare è nato quasi per caso: stavo studiando la miglior composizione per quella scaletta e ho visto arrivare l’uomo; poi, mentre stavo inquadrandolo, è comparso anche il gabbiano.
  • 7. Uno scatto al quale sei particolarmente legato?
    Più di uno scatto mi ha dato delle soddisfazioni, ma la miniserie sulla raccolta differenziata (visibile qui) è stata una delle prime cose che ho realizzato quando ho cominciato a fotografare in maniera sistematica. Ci sono affezionato perchè è frutto di un’idea precisa che sono riuscito a realizzare esattamente come volevo, senza aiuti dalla fortuna o dal postwork.
  • 8. Cosa ne pensi delle cornici sulle fotografie ?
    Per la tipologia dei miei scatti solitamente le considero un complemento estetico. Sono però convinto che in certi tipi di fotografie siano inutili, se non addirittura controproducenti. La cornice va comunque scelta con gusto; ho visto molte fotografie rovinate da cornici sbagliate o approssimative. Forse è anche per questo che a molti le cornici sul web non vanno proprio, e la cosa è quantomeno strana: non dimentichiamo infatti che le mostre fotografiche ed i portfoli sottoposti a lettura spesso sfruttano cornici per valorizzare le immagini.
  • 9. Un episodio che vorresti raccontare legato alla tua esperienza?
    Una cosa che mi ha divertito è stata una sessione di scatti fatti in una manifestazione in cui non era consentito riprendere; io mi sono aggirato per un po’ con la camera nel palmo della mano e rivolta all’indietro, scattando per così dire alla cieca e convinto di passare inosservato. Pia illusione, guardando le foto mi sono accorto che praticamente in tutte c’era qualcuno che guardava in macchina!
  • 10. Consigli per chi inizia a fotografare ?
    Abbandonare il prima possibile il naturale desiderio di rifarsi a qualche modello e frequentare qualche comunità di fotografi (forum, circoli ecc.). Lo so che sembra una contraddizione, ma l’idea è quella di accumulare un’esperienza visiva (oltre che tecnica) e poi impiegarla per fare qualcosa di personale, o quantomeno per non fare qualcosa di già sfruttato.
  • 11. Quando rivedi le tue vecchie fotografie,cosa pensi?
    Mi fa molto piacere vederle alla luce dell’esperienza che ho maturato. Ci trovo naturalmente errori o scelte che ora non rifarei, ma le sento comunque parti importanti di me, come mattoni e fondamenta di un edificio che pian piano comincia a venir su, anche se la strada è ancora lunga.
  • 12. Mi sono permesso di fare in bn la tua foto dici che perde il suo significato ?
    Sono sempre contento quando qualcuno mette mano ad una mia immagine perche’ vuol dire che, nel bene o nel male, la stessa gli ha detto qualcosa. In questo particolare caso la conversione è resa difficile dalla presenza simultanea di molti colori, quindi inevitabilmente qualcuno di essi non viene reso al meglio. Il colore qui è un elemento importante, perchè penso che contribuisca alla resa dell’atmosfera. Non sto ad approfondire il discorso relativo al concepire un’immagine in b/n già in fase di scatto, ma sicuramente questa nella mia mente è nata a colori.
  • 13. Ci racconti il “perchè” di questa foto ?
    La foto l’ho pensata per il tema (“Freddo”) di un contest indetto da Photo4U. Dove poter trovare del freddo in agosto? Mi sono risposto che dev’essere la macchina fotografica a generarlo, ed il resto è stato divertente: Polaroid malignamente sottratta ad un amico non del tutto consenziente, e ibernata a colpi di spruzzino nebulizzatore. I pinguini sono stati reperiti sul web, anche quella immagine è stata regolata ed ottimizzata e successivamente stampata in una cornice che riproducesse esattamente una foto Polaroid. La cosa buffa e’ che la stessa è stata completamente inzuppata dal ghiaccio che si scioglieva, ma mi piace conservarla come ricordo. Della macchina Polaroid invece non si sa nulla: nessuno ha avuto il coraggio di provarla…
  • 14. Ci fai vedere il tuo primo scatto?
    Il primo in assoluto non saprei proprio dove andarlo a ripescare, posso però mostrare il primo che mi ha fruttato qualche complimento… nella fattispecie dal titolare del negozio dove mio padre mi ha accompagnato a fare sviluppare il rullino: avevo circa 10 anni.
  • Saluto e ringrazio il nostro Peter Pan che “con un pensiero felice” ci ha fatto volare tra fotografie e parole …







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