Fotografa LorenzaF


Una mamma fotografa….

  • Chi è LorenzaF?
    Ho 37 anni, un marito e due bambini. Vivo e faccio un lavoro che non ha nulla a che fare con al fotografia a Milano.
  • Hai fatto qualche corso di fotografia?
    Quel poco che so della fotografia l’ho imparato leggiucchiando qua e là sui libri e sul web, ma mi dispiace non aver avuto un insegnamento formale in fotografia. Di recente mi sono trovata un po’ a corto di nuovi stimoli, non sapevo più dove o come proseguire in questo processo di apprendimento, non avevo più idee per indirizzare i miei esperimenti fotografici; allora mi sono iscritta ad un corso allo Spazio Forma di Milano, che mi è stato molto utile, e penso che ne farò ancora.
  • Quando hai iniziato a fotografare ?
    In maniera sistematica, due anni fa, per il desiderio di imparare a fotografare bene i miei bambini. Con il tempo è nata una vera passione.
  • Attrezzatura fotografica usata (fotocamere, accessori, software)?
    Ho una Canon 350d ormai consunta per il troppo uso, un 85mm f1,8, un 50mm f1,8 e un 17-40 f4 oltre a qualche altro arnese di contorno. Uso Photoshop CS2.
  • Mi piace molto, dicci qualcosa di più?
    Un ritratto preso al volo, con il soggetto non in posa, in una giornata luminosa, in interno. Ho cercato un fuoco morbido con un diaframma molto aperto, e in postwork sono intervenuta sui colori per accentuare l’atmosfera un po’ indefinita, sfuggente, irreale.
  • Uno scatto al quale sei particolarmente legata?
    Al momento uno dei miei preferiti è questo, che è uno degli ultimi: Di nuovo il Marietto, ritratto sulla scia delle impressioni ricavate dall’aver visto gli splendidi ritratti di Richard Avedon. Andare alle mostre, vedere le foto dei grandi fotografi (o più in generale le opere dei grandi artisti) mi ha sempre appassionato; adesso, oltre ad essere un piacere, è diventato anche una fonte di ispirazione per le mie foto.
  • Vogliamo sapere il nome dei tuoi “bambini” modello ?
    Alberto quello grande (4 anni) e Mario quello piccolo (3 anni).
  • Raccontaci come nasce questa foto?
    Ancora il Marietto, stavolta con la scansia. Quando ho visto quella libreria in muratura bianca, posizionata convenientemente in favore di luce, ho subito iniziato a pensare come potevo sfruttarla fotograficamente, cosa ci potevo mettere dentro … e siccome è una libreria, ho pensato prima di tutto di metterci un piccolo lettore; gli ho chiesto di mettersi lì dentro, lui cercava di entrare di traverso, cioè sedendosi sul bordo e cercando di farci entrare testa e spalle stando eretto, e protestava che non ci stava; io gli dico che si doveva distendere dentro, lui mi ha guardato come si guarda una pazza, poi mi ha detto che quel muro gli faceva prudere le gambine (era in mutande e camicia) e che al massimo lui ci rientrava ma con indosso i pantaloni; gli metto i pantaloni ma lui è sempre svogliato; allora gli prometto che se si fa fare le foto gli do una caramella; al che lui mi ha concesso mezzo minuto in posa.
  • Non usi il flash nei tuoi scatti?
    Sinora ho in genere fotografato con luce naturale, ma è fondamentale padroneggiare le tecniche di illuminazione artificiale per i ritratti o la foto da studio, usare solo la luce naturale, che pure quando è bella è bellissima, spesso purtroppo è troppo limitante. Sto sperimentando con flash, ombrellini, pannelli diffusori, anche se questo mi costringe a non utilizzare i miei soggetti preferiti: ora che ho posizionato l’attrezzatura i bambini sono a chilometri di distanza.
  • Quando rivedi le tue vecchie fotografie,cosa pensi?
    Avendo iniziato da poco, le mie foto “consapevoli” , cioè quelle scattate negli ultimi due anni, troppo vecchie non sono. Quando le riguardo sorrido: spesso penso a come mi sembravano ben fatte all’epoca e come mi sembrano approssimative ora, e questo mi dà il senso del trascorrere del tempo e di quante cose ancora devo imparare. Al tempo stesso, ciascuna è un ricordo ed alcune, nonostante i molti difetti, mi piacciono tuttora.
  • Il lavoro toglie passione?
    Purtroppo sì: dover fare una cosa per forza, doverla fare come vuole qualcun altro e non come vorremmo noi, doverla fare nel tempo che qualcun altro ha stabilito, tutto questo ammazza l’ispirazione e l’entusiasmo. In questo senso la fotografia è per me un ottimo contraltare al lavoro e più in generale agli obblighi e ai doveri quotidiani, è una cosa solo mia che faccio per diletto ed in cui posso permettermi di fare solo ed completamente quello che voglio.
  • Ci fai vedere il tuo primo scatto?
    No, è impresentabile.
  • Un grazie a Lorenza e ai suoi bambini “pazienti”, altre foto le trovate su photo.net






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