Lago al tramonto: Lenk (1068 m), Oberland bernese
swiss-image.ch/Christof Sonderegger

La Ferrovia retica a Malans nel canton Grigioni
© Ferrovia retica SA

Fiori di ghiaccio sul fiume Inn nei pressi di Celerina
swiss-image.ch/Robert Boe

Trai i vigneti dello Chablais (valle del Rodano); sullo sfondo il castello di Aigle nel canton Vaud
swiss-image.ch/Christof Sonderegger

Tracce di pneumatico
Keystone/Alessandro Della Bella

Giochi di luce a Saas-Fee nel canton Vallese
Lucyna Koch

Lepre in Engadina, canton Grigioni
swiss-image.ch/Albert Maechler

La maratona engadinese nella tratta che attraversa il lago gelato di Sils in Engadina
swiss-image.ch/Robert Boesch

Vacanze rilassanti nelle acque termali di Leukerbad, canton Vallese
swiss-image.ch

La scalata alle montagne ghiacciate nella valle della Tamina nella Svizzera orientale
swiss-image.ch/Christof Sonderegger

"Roitschäggätä", una nota usanza carnevalesca nella valle di Lötschen, canton Vallese
swiss-image.ch/Stephan Engler

I cannoni da neve utilizzati per preparare le piste a Verbier, canton Vallese
Keystone/Jean-Christophe Bott

Uno snowboarder in piena azione sulla neve di Verbier, canton Vallese
Keystone/Jean-Christophe Bott

Sculture di ghiaccio sul lago Lemano
Lucyna Koch

Visibilità nulla dopo l'abbondante nevicata…
Reuters/Arnd Wiegmann

Un manto di brina ricopre una zona naturale protetta lungo il fiume Aare
Lucyna Koch

I tetti della città vecchia a Berna, sullo sfondo il palazzo federale
swiss-image.ch/Terence du Fresne

Le vele luminose ideate da Mario Botta per il Grand Hotel Tschuggen di Arosa
swiss-image.ch/Christof Soderegger

Read More


Cavalletto e polarizzatore sono indispensabili ?
Il cavalletto per me è obbligatorio,non potrei farne a meno,visto che fotografare all’alba o al tramonto porta spesso ad avere sfondi dove le alteluci si fanno sentire e primi piani in ombra,quindi un ampia gamma dinamica difficile da gestire per il sensore e che obbliga a eseguire spesso doppie esposizione per riuscire ad arrivare ad un risultato molto vicino al reale.
In alternativa ci sono gli appositi filtri,ma per ora non li uso.

Un fotografo professionista che ammiri ?
Ci sono talmente tanti fotografi o meglio tanti grandi fotografi che diventa quindi difficile rispondere.
Posso invece citare chi,quando ancora adolescente,influenzò sicuramente le mie scelte in ambito fotografico.
Mi ricordo Bavagnoli,il fotografo piacentino dello staff di Life che ammirai per quelle splendide immagini che tirò fuori dalla mia bassa e che ebbi la fortuna di conoscere.
Poi sicuramente il modenese Franco Fontana.

Un episodio da raccontare ?
Di eclatante niente,ma ci sono tanti piccoli aneddoti legati alle foto,come quando fotografando papaveri sul controluce di un tramonto non mi ero accorti dei tanti piccoli inesetti che calando la sera si alzavano in volo.
Poi a casa aperti i files sul PC mi trovo la meraviglia,due ballerine in volo a fianco del mio papavero.Un’immagine casuale alla quale tengo molto La valse des fleurs.
episodio


Quando rivedi i tuoi vecchi scatti,cosa pensi?

Quello che pensano tutti i fotografi che pian piano si sono evoluti,che magari certi errori non li farei più,certe composizioni le strutturerei in modo differente,un certo flusso di lavoro non lo ripeterei,ma questo è normale se si cerca di migliorare e di allargare l’orizzonte.C’è sempre però una certa affezione anche per quei lavori che oggi non rifarei.


Ci fai vedere il tuo primo e ultimo scatto?

Visto che il discorso si è sviluppato sul paesaggio direi piuttosto il mio primo e ultimo scatto paesaggistico da due anni a questa parte,da quando ho ripreso a fotografare con una certa assiduità.
Questo è il primo che pur semplice mi ha dato una certa soddisfazione
e questo è l’ultimo,fatto proprio in questi giorni.
primaultima

Dove vorresti poter fotografare ?
Non saprei,mi basterebbe riuscire a fotografare bene quello che mi sta attorno perchè è quello che conosco meglio ed è l’unico modo per far sì che la fotografia non sia una mera riproduzione tecnica,ma la rappresentazione di un vissuto.
Piuttosto mi chiedo cosa vorrei fotografare e spesso penso che mi piacerebbe riuscire a immortalare con efficacia la mia bassa sotto la pioggia,una cosa che ancora non sono riuscito a fare.

Il lavoro toglie la “passione fotografica”?
Forse dovessi farlo per lavoro non lo farei,almeno se per lavoro si intende il fotografo classico…matrimoni e bambini urlanti…mai e poi mai.
Ma se dovesse essere un tipo di fotografia dove il mestiere si unisce alla passione,allora sarebbe ben diverso,anche se la libertà di noi fotoamatori è vera passione e l’unico freno è la mancanza di fantasia.


C’è un segreto per le tue fotografie di paesaggio?
L’unico segreto è scattare quando se ne avverte la necessità ,quando luogo ed atmosfera ti rapiscono e questo non vuol dire solo cieli azzurri e splendide montagne.
Quando scatti sentendoti in sinergia con quello che ti circonda,quando ne sei assorbito e attraverso l’oculare entri in quel mondo che ti isola da tutto il resto,in quel momento pensi ad un ottimo scatto,poi una volta a casa e aperte le foto sul monitor non è sempre così,ma spesso la magia si rivela.
Questo porta ad avere ottimi lavori anche quando il tempo non ce lo permette;alcune delle foto che più amo le ho fatte dal finestrino della macchina mentre andavo al lavoro…
Naturalmente dietro a tutto c’è poi una parte tecnica,fatta dell’analisi dei propri lavori che porta ad aggiustare il tiro per migliorare,specialmente attraverso il confronto con altri fotografi.

Attrezzatura fotografica usata (fotocamere, accessori, software)?
Come dicevo sopra,ho riscoperto la fotografia circa due anni fa,grazie a Photo4u e alla storica compattona Fuji s5600.
A questa ਠseguita l’altra riuscita bridge della stessa casa,la s6500FD che ancora uso con molta soddisfazione.
Ultimamente sono passato alla reflex con una entry level,la Canon 450D alla quale ho affiancato il luminoso 17/50 Tamron e l’inossidabile Canon 70/200 L f4.
Manca una lente per la Macro che probabilmente sarà il collaudato Tamron da 90mm.
Ho un cavalletto Manfrotto e nient’altro.
Scatto sempre in Raw e per svilupparlo uso CameraRaw per poi finalizzare il tutto con Photoshop CS4.

Mi piace molto dicci qualcosa di più?
Era una mattina di questo inverno,quando la pianura per coincidenze atmosferiche entra in quello che definisco uno stato di grazia.
La sera prima era scesa la neve e quel mattino il sole che filtrava fra la leggera nebbia mi aveva invogliato ad uscire con la fotocamera.
Avevo fatto alcuni scatti senza riuscire a portare a casa niente che mi convincesse quando,ormai deciso a fare ritorno,mi fermai vicino a un casolare semi abbandonato.
Quel particolare mi colpì subito e feci alcuni scatti lavorando sulle varie profondità di campo.
Una volta aperta sul monitor mi ha meravigliato per saper riprodurre,attraverso pochi particolari e una certa tensione,l’atmosfera intima e silenziosa di quel momento.

piace

Paesaggi: scattare solo al mattino e al tramonto ?
Certamente le ore migliori sono le prime due del mattino e le ultime due della sera,quando la luce attraverso le ombre crea una buona profondità dando corpo ai soggetti ripresi e allo stesso tempo la presenza di foschia o nubi creano lo scenario ideale.
Poi sono le ore che,per mia stessa natura,trovo più congeniali al mio modo di essere e non solo fotograficamente parlando.
Soprattutto certe sere,quando qui in pianura tutto rallenta e il silenzio torna padrone,avverto un benessere difficilmente spiegabile a parole e questo credo si avverta nelle stesse fotografie.


Chi è Baistrocchi Pio ?
Vivo a Busseto da 44 anni,sono sposato e ho due figli.
Lavoro in una città vicina come infermiere professionale e nel poco tempo libero,da due anni a questa parte,cerco di mettere in fotografia l’umore della mia Bassa,quella striscia di terra piana a ridosso del Po  che strizza l’occhio agli Appennini.
La terra di Verdi e Guareschi che molto hanno influenzato,con letture giovanili e ascolti più maturi,la passione per certe atmosfere dal sapore antico che ancora oggi si riescono a cogliere.
Hai fatto qualche corso di fotografia ?
No,direttamente non l’ho mai fatto,ma la voglia di approfondire temi e concetti  mi ha portato a studiare autonomamente,prima attraverso libri di tecnica e collane di autori,poi sul web grazie ai tanti siti dedicati e al confronto con altri appassionati.
Con l’avvento del digitale è divenuto poi necessario apprendere anche la tecnica del fotoritocco,o meglio la cosidetta camera bianca,tutto quel flusso di lavoro che parte dalla registrazione dello scatto sul sensore fino al prodotto finito.

Quando hai iniziato a fotografare?
Ho fatto la mia prima fotografia quando,penso attorno ai 10-12 anni,mio padre comprò la prima macchina fotografica della famiglia,me la ricordo ancora,una Kodak satinata con un bel tasto arancione,dove la pellicola veniva montata con un caricatore sigillato e che sopra montava un buffo flash cubico dove c’erano le lampade per 4 scatti.
Una sola regolazione…soleggiato e nuvolo….mio padre l’ha conservata e funziona ancora!
Poi adolescente mi sono preso una reflex,credo fosse una Petri,per poi passare alla Praktica con un paio di obiettivi.
Assieme ad un amico la passione comune ci ha portato ad allestire una piccola camera oscura per le stampe in BN.
Di quegli anni mi ricordo un memorabile viaggio che in due settimane,a bordo dei nostri Ciao,ci portò a visitare e immortalare mezza Italia,al quale seguì una mostra fotografica nel nostrao paese.
Poi più avanti passai ad una reflex Minolta con varie lenti,ma la passione,per vari motivi scemò e scattai solo foto ricordo.
Arrivò poi il digitale e mi regalai una compatta,una Olympus da 4 mp che possiedo ancora,ma gli scatti si fermavano ai figli e a qualche vacanza,fino a quando un paio d’anni fa incappai in Photo4U…

Vuoi commentare un immagine a tua scelta tra quelle che trovi sul sito http://www.conlafotografia.com/category/intervista/ ?
Sinceramente più che commentare uno dei tanti bei lavori presentati sul sito,volevo spendere alcune parole su un’autrice che avete presentato,Clara Ravaglia.
Forse perchè da quando ho ripreso in mano la macchina fotografica i suoi scatti mi hanno spronato a far meglio e ad investire sul paesaggio.
Opere le sue dove la formalità compositiva nella sua accezione più bella trova riscontro nella ricerca di una luce particolare.
Una luce molto personale la sua,sempre raffinata,estremamente delicata,che restituisce colori struggenti dove la dolcezza del pastello si armonizza con una tavolozza cromatica di tonalità calde,appena accennate,mai oltre misura.
E questo si avvera nei suoi affascinanti paesaggi dove colture e acqua vivono in simbiosi,sino ai complessi industriali,al ritratto e infine nelle sue incursione in Macro.

Nei prossimi giorni l’intervista continua .


Fotografa ritrattista e documentarista, 1940, donna, americana; inizio dalla pittura per poi dedicarsi alla fotografia di … negli anni sessanta, dove i soggetti ripresi erano tossicodipendenti e prostitute. Una sua particolarità e quella di riuscire a dare importanza al soggetto ripreso e non al fotografo che sta riprendendo; il suo lavoro rigorosamente in bianco e nero sembra, come lei dichiara, “Caccia piuttosto che Fotografia!”, ma in grado di raccontare molto della persona.

Ecco il link al sito ufficiale

http://www.maryellenmark.com/